mercoledì 25 aprile 2012

Finalmente il cuculo...

Sono anni che lo sento cantare nel nostro vigneto (o nei dintorni), ma non l'avevo mai visto. Oggi il colpo di fortuna: eccolo là, a pochi metri da noi, e Renato aveva pure dietro la macchina fotografica...



Il cucù (Cuculus canorus L.1758), è un uccello migratorio. Sverna nell'Africa meridionale e si riproduce alle nostre latitudini. E' un "parassita di covata", come tutti sanno la femmina depone il suo uovo nel nido di un passeraceo il quale cova assieme ai suoi anche l'uovo del cucù.
Una femmina di cuculo depone in una stagione da 16 a 20 uova, tutte nel nido degli altri. Lei non sa covare.
Alla nascita del piccolo intruso i genitori "adottivi " lo nutrono come fosse il loro figlio e lui ne approfitta per ingrassare e crescere alla grande. Spesso, data la sua taglia più grande dei passeracei da cui è ospitato, con movimenti del dorso butta fuori dal nido i fratellastri onde avere più spazio e cibo.


I cuculi sono insettivori, frai pochi che riescono a mangiare le larve della processionaria del pino notoriamente irte di peli urticanti, ragni e molluschi fanno anche parte della loro dieta. 
Animale singolare e utilissimo, protetto a livello internazionale.
Rallegra le nostre colline col suo canto in primavera.

lunedì 23 aprile 2012

23 aprile: Giornata Mondiale del Libro

I libri e la letteratura sono da sempre i miei fedeli "compagni di vita". E da quando vivo in campagna leggo più che mai (specialmente durante le lunghe serate invernali:).

Oggi vorrei dedicare un piccolo post alla lettura. Perché oggi, 23 aprile, è la Giornata Mondiale del Libro, proclamata nel 1996 dall'UNESCO.
L’idea della Giornata mondiale del libro e del Diritto d’autore ha la sua origine in Catalogna dove, il 23 aprile, festa di San Giorgio, viene offerta una rosa per ogni libro venduto. La data ha, inoltre, un particolare valore simbolico poiché il 23 aprile del 1616 vennero a mancare contemporaneamente tre grandi della letteratura mondiale: Cervantes, Shakespeare e l’Inca Garcilaso de la Vega.

La Giornata del Libro 2012 ha un bellissimo tema: "Leggere fa crescere" - attraverso la lettura si acquisisce consapevolezza di sé stesso e la capacità di vedere e di comprendere il mondo.


La foto qui sopra è l'animaletto simbolo di un gruppo che frequento ormai da quasi 6 anni: Il Gruppo di Lettura "CoLibri" che si riunisce una volta al mese nella piccola (ma ben fornita) biblioteca del mio comune. Potrei scrivere tante cose sul perché lo frequento e quanto è bello ed importante per me farlo. Ma non vorrei annoiare nessuno e mi limito a mettervi il link al blog del gruppo. Così potete farvi un'idea da soli:
CoLibri - Gruppo di lettura di Ziano Piacentino

venerdì 20 aprile 2012

E' il momento dell'aglio selvatico

Noi siamo dei grandi mangiatori di aglio. E aprile/maggio sono i mesi dell'aglio selvatico per noi. Ne abbiamo due tipi: l'aglio orsino (allium ursinum) nell'orto, e l'aglio pippolino (allium vineale) nel nostro vigneto.

Cominciamo con quest'ultimo, con l'aglio pippolino. Cresce spontaneo nella vigna.

 (giovani foglie di aglio pippolino)

Le sue foglio che assomigliano un po' a quelle dell'erba cipollina (ma sono molto più dure) possono anche arrivare fino ad un metro di altezza. Sotto terra hanno un bulbo commestibile, simile a quello dell'aglio coltivato (allium sativum), ma molto più piccolo. E adesso, dopo qualche giorno di pioggia, è facile raccogliere questi bulbi perché la terra bagnata è più morbida (tirando fuori la pianta dalla terra secca e dura invece c'è sempre il rischio di rompere le foglie senza arrivare al bulbo).


Questi piccoli bulbi sono molto profumati. Noi li usiamo al posto dell'aglio e li tagliamo nelle insalate, li mangiamo con patate e nelle frittate, li usiamo come base per l'aioli (una salsa di aglio, albume, olio di oliva e sale) oppure per una deliziosa minestra d'aglio.

Poi c'è l'altro: l'aglio orsino. Quello ormai si è ambientato nel nostro orto, ma in realtà è un "intruso". Ho portato due piccole piantine qualche anno fa dalla Germania (dove l'aglio orsino è molto popolare in cucina).


Anche dell'aglio orsino si possono mangiare i bulbi. Ma noi preferiamo mangiare le foglie (sempre molto profumate di aglio). Le tagliamo a piccole dosi nelle insalate primaverili e facciamo un gustosissimo pesto (con parmigiano grattugiato, olio d'oliva, sale e qualche volta con mandorle o pinoli).
L'aglio orsino è una pianta perenne, non diventa molto alta e assomiglia con le sue foglie larghe al mughetto.
Attenzione a non confondere le due piante, il mughetto è tossico!!!!

martedì 17 aprile 2012

Sale aromatizzato con le erbe dell'orto


Ho molte erbe aromatiche nell'orto. Le uso quotidianamente in cucina, fresche d'estate e secche durante l'inverno (le faccio seccare in piccoli mazzetti in un luogo buio e asciutto e poi le metto in vasetti di vetro).

Oggi ho visto che mi è avanzato un bel po' di queste scorte invernali. E per non buttarle via (che sarebbe un vero peccato) ho deciso di usarle per autoprodurre il sale aromatizzato.

Il procedimento è molto semplice:
Ho frullato le mie erbe secche (rosmarino, salvia, timo, origano, erba luigia) insieme a foglie secche di alloro e un po' di buccia secca (quella esterna) di cipolla. Poi ho mischiato tutto con del sale fino e messo in barattoli di vetro (come quello della foto).

Si possono, naturalmente, fare molte variazioni sul tema. Dipende dai gusti personali e dalle erbe che si ha a disposizione. Una mia amica ad esempio usa il sale grosso invece del sale fino. Un'altra fa sali "monotematici", cioè: sale al rosmarino, sale alla salvia, sale all'origano ecc.ecc. E poi c'è anche chi mette nella miscela un po' di pepe nero macinato, polvere di aglio e/o polvere di cipolla.
Ripeto: tutto dipende dai gusti personali e dalla fantasia. Una cosa però è sicura: questi sali aromatizzati fatti in casa sono molto economici, molto utili (e gustosi) in cucina e infine anche un regalo molto gradito da amici che non hanno l'orto (i famosi "VeryUrbanPeople" per esempio :-)

venerdì 13 aprile 2012

Vi presento l'annata 2012...


Scherzo!!! Neppure il nostro piccolo vigneto, nonostante tutte le "coccole" che riceve quasi quotidianamente da Renato, è in grado di produrre vino in questa stagione ^___^

Ma passeggiando tra i filari ho visto quello che, tra qualche mese, sarà veramente l'annata 2012: Piccolissimi grappoli appena nati sui giovanissimi butti delle viti. La nostra futura uva, il nostro futuro vino!

Lo ammetto, tutti gli anni lo trovo emozionante quando - dopo un lungo inverno, dopo le drastiche potature - si risvegliano queste magnifiche piante. E per immortalare questo magico (almeno per me) momento ho fatto un po' di foto:

VERDEA - buonissima uva da tavola che, messa in 
plateau da frutta e "mondata" regolarmente, si mantiene 
diversi mesi. Infatti noi la mangiamo (fresca) ancora a Natale!



 ORTRUGO - vinificato insieme a poca uva Malvasia e 
pochissimo Moscato diventerà il nostro vino bianco 
(buonissimo^^ e frizzante)



BARBERA - uva rossa che insieme alla...
  BONARDA (uva rossa anche lei) diventerà il nostro vino rosso.

Come si nota bene nelle foto, la Bonarda è la più prudente tra le nostre uve. Ha appena cacciato fuori le prime foglioline, mentre sugli altri vitigni si vedono già chiaramente i primi grappoli della futura uva. 

In questi giorni piove da noi e fa anche relativamente freddo. Ma quando arriveranno temperature un po' più primaverili (e penso, spero, che tra poco ci siamo) il vigneto si trasformerà con una velocità impressionante. Ci sarà una specie di esplosione di vegetazione.... Stagione bellissima, ma anche di grande impegno per chi lavora nella vigna!

giovedì 12 aprile 2012

Imbottigliamento del vino rosso (frizzante)


Oggi abbiamo imbottigliato il nostro vino rosso frizzante. Ed essendo noi dei piccoli, anzi piccolissimi produttori non abbiamo catene d'imbottigliamento come nelle cantine professionali.
Da noi si fa tutto a mano, un po' come nel disegno qui sopra che ho (lo confesso) "rubato" in internet:)

Ecco alcuni fasi dell'imbottigliamento nella nostra cantina di famiglia:

qui sopra il nostro "impianto automatico"...

... e quello "semi-automatico" ^___^


una parte delle bottiglie viene chiusa con tappi a corona 
(per uso personale, in famiglia)
 ...
e una parte con tappi di sughero 
(per amici e parenti un pochino più raffinati:)


Che abbiamo imbottigliato oggi non è un caso! La luna è quella giusta, nel senso: siamo in una fase di luna calante. Come sapete la luna ha una forte attrazione sui liquidi. E quando è crescente intorbidisce i liquidi, anche il vino (non si può imbottigliare quindi!). Quando è calante (come in questi giorni) invece favorisce il deposito delle impurità e il vino è più tranquillo, più pulito.

Qui in seguito il calendario delle lune calanti per l'imbottigliamento nell'anno 2012

---per VINI FRIZZANTI:
dal 7 febbraio al 20 febbraio
dal 8 marzo al 21 marzo
dal 6 aprile al 20 aprile
dal 6 maggio al 20 maggio
dal 4 giugno al 18 giugno

---per VINI DA INVECCHIAMENTO:
dal 3 luglio al 18 luglio
dal 2 agosto al 16 agosto
dal 31 agosto al 15 settembre
dal 30 settembre al 14 ottobre
dal 29 ottobre al 12 novembre
dal 28 novembre al 12 dicembre

Questo calendario serve a noi produttori, ma anche a voi che forse comprate del vino sfuso in damigiana per poi imbottigliarvelo a casa.

martedì 10 aprile 2012

Il tempo è diventato una risorsa preziosa - mettiamolo in banca, nella Banca del Tempo!


Oggi vorrei parlarvi di un'esperienza molto particolare che sto facendo da circa due anni: Sono socia di una piccola Banca del Tempo.
Volete sapere cosa è? Lo spiega benissimo il sottotitolo del neonato blog della "Banca del Tempo della Val Tidone" (la "mia" appunto). Eccolo:

"Il tempo è diventato una risorsa preziosa e strategica, da investire con attenzione, da valorizzare anche attraverso nuove modalità. La B.d.T. può essere una di queste, sia per le implicazioni culturali che per quelle materiali e organizzative. La banca è un luogo dove si deposita e ritira denaro, nella B.d.T. si deposita e si ritira TEMPO, in ore. Le persone che vi aderiscono mettono a disposizione il loro tempo per determinate prestazioni e contemporaneamente ne ricevono in cambio."

Se volete sapere di più andate a curiosare nel nostro BLOG oppure nel sito della REGIONE EMILIA ROMAGNA che ha dedicato un capitolo proprio a questo tipo di esperienza cittadina.

Io personalmente ho fatto già molti scambi di ore e di "servizi" in questi ultimi 2 anni con altri soci della mia B.d.T.
Alcuni esempi di quello che ho "ricevuto": lezioni di francese (ore e ore di conversazione), lavori di sartoria (orli ai jeans, piccole riparazioni, un bel porta-torte in stoffa), cat-sitting (quando vado via non sempre posso portarmi dietro la mia gattina...) e tanto altro.
In cambio ho spiegato il computer e i suoi programmi, altre volte ho insegnato come fare (a maglia) calzini di lana con i 5 ferri...

Per me associarmi ad una Banca del Tempo significa (tra l'altro) dare un mio piccolo e personale contributo al concetto della decrescita (e anche se non sempre ci riesco ... almeno ci ho provato!:)


Quello che vedete qui sopra è il logo della mia B.d.T. Secondo me rende molto bene lo spirito che regna in questo tipo di associazione.
Provateci anche voi!

domenica 8 aprile 2012

Lunga vita alle t-shirt!!!

Vivendo in campagna è veramente difficile buttare via dei vestiti solo perché sono un po' vecchiotti, scoloriti, bucati, macchiati... Quando hanno finito di farci fare bella figura nella "vita di società" saranno quasi sempre usati per i lavori nell'orto, nei campi, nel bosco, nel vigneto.
Anche noi facciamo questo "passaggio di armadio" con i nostri pantaloni, maglioni, magliette e giacche, persino con le scarpe. Ad un certo punto vengono spostati dall'armadio di casa (quello "buono" quindi) nell'armadio del portico (quello "da lavoro").  E continuano a servirci ancora per una, spesso anche per due o tre stagioni...

Qualche giorno fa, curiosando in internet, ho trovato un sito con il bel nome "un'idea per le mani ... ricicla, riusa, riadatta, ricrea, inventa", e al suo interno la maniera per prolungare la vita delle magliette di almeno un'altro anno prima di arrivare a capolinea, cioè nella spazzatura: Si tagliano a fettuccia e con l'uncinetto oppure con i ferri da maglia diventano dei nuovi oggetti. Tappeti per esempio o borse o altro, dipende semplicemente dalla nostra fantasia. Importante: conoscere la giusta tecnica per tagliare la t-shirt con meno spreco possibile. Eccola:


(disegno preso dal sito unideanellemani )

Naturalmente mi sono messa subito all'opera, perché l'armadio "da lavoro" in questo momento è veramente pieno e molte magliette rischiano di finire prima del tempo in discarica...



 Come vedete, il lavoro viene abbastanza bene (anche se le foto sono un po' bruttine:), ma non è ancora finito. E per dire la verità, sono ancora indecisa se andare avanti così per fare un tapettino che potrebbe (ad esempio) servire dietro la porta d'ingresso come "pulisci-scarpe" nelle giornate di pioggia, oppure creare una colorata borsa per la spesa. In ogni caso: devo tagliare altre due magliette ... poi vediamo...
Lunga vita alle t-shirt!!

giovedì 5 aprile 2012

Che buono il tarassaco!!!

Lo so, siamo veramente fortunati :) Mentre nell'orto cresce piano piano l'insalata seminata poco fa, possiamo già raccogliere (e mangiare^^) delle buonissime erbe ed erbette che vengono spontanee tra i filari del nostro piccolo vigneto: bieta, aglio selvatico, cicoria selvatica, denti di  leone (il tarassaco appunto) e molto altro. Nei prossimi giorni Renato vuole tagliare l'erba sotto alle viti. E allora andiamo, noi e anche alcuni nostri vicini, a salvare le bontà per la tavola che ci sono cresciute in grande quantità, prima che spariscano sotto alla trincia. Oggi era la volta del tarassaco:

Adoro il tarassaco. Quando è giovane giovane lo mangiamo come insalata, e quando è un po' più grande e più amaro viene cotto in acqua salata e poi ripassato in padella, con olio, aglio e peperoncino. Buonissimo! E anche sanissimo!
Ci sono tante altre ricette per preparare i denti di leone (tarassaco): risotto al tarassaco, frittelle al tarassaco, tisana al tarassaco, persino lo strudel al tarassaco. Internet è piena di ricette. E quasi tutte sono semplici e veloci da realizzare.
Mi ricordo, mia nonna mi parlava persino di "marmellata di tarassaco" e soprattutto di "caffè di tarassaco" (preparato con le radici tostate) che durante la guerra usavano come surrogato del caffè vero. Penso che era simile al caffè d'orzo e di cicoria.
Voglio essere sincera, per marmellata e caffè preferisco la materia prima "classica". Ma il tarassaco ripassato in padella che mangeremo domani....sarà una vera leccornia ^__^