giovedì 29 ottobre 2015

Frammenti ...






...tra poco arrivano
stay tuned - rimanete sintonizzati !!!
^_____^


domenica 25 ottobre 2015

Per Luisa.... (e tutti quelli che hanno voglia di leggere:)


Certo, potrei inviare queste info a Luisa in privato. Ma visto che non sono dei "segreti", e soprattutto: già che ho fatto le foto etc. (che per me è sempre un po' di fatica...), ho deciso di farne un piccolo post sul mio blog. Così saranno "immortalate" le casettine e tutto il resto:)


Ecco Luisa: Nella foto di sopra vedi le misure delle casettine un po' grandi (come hai chiesto tu) che attualmente ho disponibile. Come vedi, per molte devo ancora fare i fori. E su richiesta posso farne 1 oppure 2 oppure 3, in maniera verticale o anche orizzontale...
Sono fatte in tanti legni diversi. Di quasi tutte ne posso fare più esemplari, tranne di quelle due a sinistra. Perché sono fatte con legno di rosa e al momento non ho proprio la materia prima (purtroppo).

Poi ho fatto anche un po' di casettine con il legno di sambuco. Queste non si prestano molto per diventare bottoni, ma possono essere dei ciondolini molto carini:



E adesso le fibbie: ho fatto la foto con il metro, così vedi anche per loro le misure:

Al momento ho solo queste, sono in legno di robinia (le 2 a sinistra) e in legno di ulivo (quella in basso a destra). Ma volendo ne posso fare con altre misure e anche altre forme (più quadrate, più rotonde, più storte... :)

Queste fibbie non sono soltanto fibbie da cintura. Io e le mie amiche qui le usiamo anche (forse soprattutto) come fermagli delle nostre sciarpe, dei foulard e - volendo - anche per collane in lana (come quelli che stai progettando tu:). Ti faccio vedere alcuni esempi:


Capito il sistema? Ok, adesso tocca a te;) Scrivimi pure in privato, così ci mettiamo d'accordo.

Ciao Luisa, buona domenica! 
.... e ciao anche a tutti gli altri.... ^____^

giovedì 22 ottobre 2015

Olive - verdi e nere



L'anno 2015 era un buon anno per le olive, almeno qui da noi. I nostri alberelli hanno prodotto bene, senza malattie e parassiti, e ho potuto raccogliere diversi chili di olive belle sane (almeno dieci chili, ma non ho pesato...:).

Le verdi le ho messe in salamoia (trovate la mia ricetta qua). 



Quelle che erano già più avanti con la maturazione e quindi erano già diventate nere quando le ho raccolte, le ho messe sotto sale. La procedura da me usata la trovate nel blog di giallozafferano

Hanno perso veramente tutto l'amaro (dopo quasi 3 settimane sotto sale, buttando via l'acqua di vegetazione tutti i giorni!!!).

Il bello delle olive nere sotto sale: a differenza di quelle verdi che devono stare in diverse salamoie per mesi, quelle nere si possono mangiare quasi subito.
Adesso che non sono più amare me le condisco in piccole quantità il giorno prima del consumo. Ci metto aglio, un pizzico di sale fino (sì, perché il sale grosso non è per niente penetrato nelle olive!), olio e rosmarino oppure un po' di olio e un pizzico di sale aromatizzato con buccia (biologica!) di limone.
Buonissime!!

martedì 20 ottobre 2015

Corso eco-printing (3): bagno colore cocciniglia



Ultima puntata del mio racconto sul mini-corso che abbiamo fatto 10 giorni fa da Marisa (per le prime due puntate cliccate qua e qua).

Il terzo "esperimento" fatto quel giorno era il bagno colore. La tecnica del bagno colore è un po' "di moda" ultimamente tra gli amanti del eco-printing, perché aggiunge - oltre alle impronte delle piante - anche un colore al tessuto, quasi una specie di sottofondo. Si può fare con diverse sostanze (naturali) per creare diversi colori. Marisa per noi aveva scelto il rosso carminio che si ottiene con il bagno colore cocciniglia.

La cocciniglia è un insetto non molto amato (per non dire peggio:) dagli agricoltori/ortolani/giardinieri, perché un parassita abbastanza dannoso per le piante (leggete le info ad esempio qui su Wikipedia).

In Messico però, e credo anche in altri paesi latino-americani, la cocciniglia del carminio viene persino allevata, su grandi piante di cactus (fichi d'india). Perché questo insetto contiene un colorante naturale che viene usato nella tintura dei tessuti ma anche e forse soprattutto nell'industria alimentare (dove è noto come E 120)


Nella foto qui sopra vedete una bustina di cocciniglie essiccate che Marisa ha ricevuto da un'amica argentina. Di solito, in commercio in Italia, si trova soltanto l'estratto alcolico di cocciniglia oppure la polvere di cocciniglia.

Bene. Noi abbiamo preparato il nostro "fagotto". Il mio era fatto con uno scampolo di cotone mordenzato sul quale ho poggiato 2 fiorellini e diverse foglie (quercia, vite, rovo, prugna e scotano) e anche un pezzo di radice di robbia.


Questa volta non ho aggiunto cotone-barriera. Ho semplicemente piegato a metà il tessuto, l'ho arrotolato intorno ad un legno e legato stretto stretto. Niente ferro questa volta nel "brodo di cottura", ma una manciatina di cocciniglie secche.



L'acqua nella pentola è diventata scura scura, quasi nera (purtroppo non ho fatto la foto). E anche quando, dopo un'ora di bollitura, abbiamo tirato fuori i nostri fagotti, l'acqua di risciacquo si è tinta di rosso carminio subito (vedi sopra).
Devo dire la verità, vedendo i fagotti così colorati ero un po' preoccupata. Temevo che anche dentro non si vedesse altro che il colore lasciato dalle cocciniglie. E invece....



.... solo i bordi e la parte della legatura, cioè quelle parti della stoffa a diretto contatto con l'acqua colorata, hanno preso il rosso carminio. Dentro invece la stoffa è rimasta quasi bianca e ci sono delle impronte belle e anche nitide.


Qui sopra il risultato sulla tela che avete visto nella foto pre-stampa. E di seguito il secondo tentativo (eh sì, questa volta non sono riuscita a fermarmi subito:)

 
Alla fine, dopo il risciacquo con acqua pulita, abbiamo messo i nostri teli appena tinti/stampati sullo stendino di Marisa:


E a casa, lavati con sapone di Marsiglia, asciugati e stirati, adesso si presentano così:


Non male direi, molto "di effetto" con questo rosso luminoso sui bordi.
Ma per essere sincera: Io preferisco le tele con i colori più "autunnali" che sono venuti fuori con la tecnica lino+ferro e lana+ferro.
Voi cosa dite? 





giovedì 15 ottobre 2015

Corso eco-printing (2): Lana e ferro



Ed eccomi alla seconda puntata del racconto sul corso di eco-printing da Marisa. Questa volta l'argomento è "lana+ferro". La procedura era simile a quella di "lino+ferro".

Come vedete sopra, su uno scampolo di lana cotta (precedentemente mordenzato da Marisa) ho poggiato (da sx): foglie di vite rosse e verde, ramo di rovo con radice di robbia, altre 2 foglie rosse di vite e un fiore di tagete.

Il tutto arrotolato intorno ad una vecchia latta (come barriera tra lana e ferro ho inserito uno scampolo di cotone non mordenzato) e via con la "cottura".

A differenza del cotone e del lino la lana non deve essere bollita a 100 gradi ma deve stare circa 1 ora nell'acqua a 80 gradi.
Poi .... l'apertura del fagotto:


I colori che hanno lasciato le foglie di vite sono completamente diversi da quelli dell'altra volta (nell'esperimento con il lino). Sulla lana è venuto fuori un bel verde acceso.

Di seguito lo scampolo di lana cotta già ri-lavato e asciugato a casa, quindi nella versione "definitiva".




E anche il cotone-barriera mi sembra molto interessante. In questo caso non erano le foglie di vite ma il rovo e anche il fiorellino di tagete a lasciare le impronte più belle:


Per la cronaca: mentre io mi occupavo del mio fagotto di lana cotta, Giada ha decorato un telo di seta (che aveva portato da casa) con foglie di prugna e radici di robbia.

L'abbiamo messo nella pentola insieme al mio rotolo e il risultato era molto bello! Giada era molto contenta e aveva già in mente il modello di vestito a cui servirà questa stoffa....^___^

Nei prossimi giorni posterò la terza (e ultima:) puntata dal titolo: "bagno di colore cocciniglia". Vedrete che colori forti e accesi che sono venuti fuori!!!!!

A presto, ciao:)

martedì 13 ottobre 2015

Corso Eco-printing (1): Lino e ferro




Domenica scorsa ho partecipato al mini-corso di eco-printing da Marisa. Sono venute da Torino anche Rina e Giada (madre e figlia, entrambe sarte-stiliste).

Per iniziare la giornata abbiamo fatto una passeggiata nei dintorni del paese di Marisa per procurarci la nostra "materia prima" per stampare (vedi foto sopra).
Oltre alle foglie di vite barbera del mio vigneto abbiamo raccolto - tra l'altro - foglie di quercia, di prugna rossa, di vite americana, di sambuco e di sanguinello, delle radici di gallium (una specie di falsa robbia) e molte altre cose che non mi ricordo neanche più:)



Marisa ha dato a Rina e Giada le sue "ricette" per la mordenzatura dei tessuti (che lei in questo caso aveva già fatto il giorno precedente per metterci a disposizione le stoffe pronte per l'eco-printing).

Primo round: stampare su scampoli di vecchio lino, con l'aiuto di un barattolo di latta.

Di seguito metto le foto del mio "work in progress" per il quale ho scelto (in senso orario):
Foglie di quercia con fiori di erica, foglie di prugna rossa in combinazione con radice di robbia, punta di rovo con altri fiori di erica, 2 foglie ormai rosse di vite barbera con radice di robbia e infine (in basso a sinistra) una grande foglia di lampone (che ho portato da casa:).


Prima di piegare in due la mia stoffa ci ho messo - come "barriera" - tra le due metà un pezzo di cotone non mordenzato. Poi la piega e l'arrotolamento, questa volta non su un bastone di legno ma intorno ad un vecchio barattolo di latta. Il ferro e la ruggine hanno estratto dei pigmenti molto interessanti dalle foglie: 



Le foto qui sopra sono fatte durante il corso. La stoffa stampata (in basso a destra) era ancora bagnata e i colori abbastanza accesi. A casa l'ho lavata bene con sapone di Marsiglia e una piccola parte di colore è stata così eliminata. Ma quella che è rimasta è permanente, non sparisce più. Asciutta e stirata la mia "opera" si presenta adesso così:



Come vedete: i fiori di erica non hanno lasciato un'impronta apprezzabile sulla stoffa, poco hanno lasciato questa volta le foglie di quercia e un po' deludente anche l'effetto che ha lasciato la punta di rovo. Molto contenta sono invece delle foglie di vite e di quelle di prugna. Anche il lampone non è male, e la nostra robbia....beh, quella non delude mai. E' talmente forte che è riuscita persino a passare la "barriera":)


Sorpresa molto gradita: persino il pezzo di cotone non mordenzato che doveva fungere soltanto da protezione/barriera ha preso un po' di tinta, non molta ma.... in compenso su entrambi i lati:


Questa era solo la "prima puntata" del racconto sul corso di domenica scorsa. Dopo "lino e ferro" abbiamo fatto anche "lana e ferro" e infine "bagno di colore cocciniglia".
Ma di questo scriverò nei prossimi giorni...  Per oggi basta, ciao!!!!

sabato 10 ottobre 2015

Rottami stimolanti




Ricordate i "rottami" del post sulle fibbie in legno ? Quel ciondolo in legno della foto qui sopra era uno di loro.


L'ho levigato, oliato e completato di cordoncino in cotone cerato e di alcune perle che avevo in casa. E voilà: una collanina semplice, un po' country, un po' etnico:


E anche la forma stessa, l'ovale un po' irregolare di questo ormai ex-rottame, mi ha stimolata. Ne ho prodotti altri (in legno di ulivo e di robinia). Sono un pochino più grandi, fatti apposta, anche senza precedenti rotture:) E insieme ai loro spilloni (autoprodotti, con legno di sanguinello) sono diventati fermagli per scialli, stole etc.




Adesso ho ancora gli altri due "rottami", quelli che assomigliano ai manici della mokka (vedi seconda foto dall'alto). Qualcosa mi inventerò anche per loro....forse... un giorno.... ^__^

P.S.: Certo, le decorazioni filigrane di Imma sono un'altra cosa! Ma io sono più rustica, più minimalista, sono verycountry appunto..... ^__^