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martedì 24 ottobre 2017

Olive 2017 - questa volta senza la mosca


Dopo il disastro che ha provocato l'anno scorso la mosca olearia qui da noi (neanche 1 oliva si era salvata) quest'anno è andata decisamente meglio. Non sono tantissime le olive, ma sono sanissime e così le facciamo maturare e diventare nere.
Non facciamo l'olio (non c'è un frantoio nel Piacentino, purtroppo), ma le mettiamo via da mangiare.

La prima raccolta di olive (ce ne saranno altre 2 penso) l'ho fatta circa 3 settimane fa...


... e messa sotto sale grosso


Oggi le ho assaggiate, hanno perso l'amaro e sono pronte per essere conservate


Se vi interessa la procedura: ne ho parlato 2 anni fa in questo post

martedì 20 ottobre 2015

Corso eco-printing (3): bagno colore cocciniglia



Ultima puntata del mio racconto sul mini-corso che abbiamo fatto 10 giorni fa da Marisa (per le prime due puntate cliccate qua e qua).

Il terzo "esperimento" fatto quel giorno era il bagno colore. La tecnica del bagno colore è un po' "di moda" ultimamente tra gli amanti del eco-printing, perché aggiunge - oltre alle impronte delle piante - anche un colore al tessuto, quasi una specie di sottofondo. Si può fare con diverse sostanze (naturali) per creare diversi colori. Marisa per noi aveva scelto il rosso carminio che si ottiene con il bagno colore cocciniglia.

La cocciniglia è un insetto non molto amato (per non dire peggio:) dagli agricoltori/ortolani/giardinieri, perché un parassita abbastanza dannoso per le piante (leggete le info ad esempio qui su Wikipedia).

In Messico però, e credo anche in altri paesi latino-americani, la cocciniglia del carminio viene persino allevata, su grandi piante di cactus (fichi d'india). Perché questo insetto contiene un colorante naturale che viene usato nella tintura dei tessuti ma anche e forse soprattutto nell'industria alimentare (dove è noto come E 120)


Nella foto qui sopra vedete una bustina di cocciniglie essiccate che Marisa ha ricevuto da un'amica argentina. Di solito, in commercio in Italia, si trova soltanto l'estratto alcolico di cocciniglia oppure la polvere di cocciniglia.

Bene. Noi abbiamo preparato il nostro "fagotto". Il mio era fatto con uno scampolo di cotone mordenzato sul quale ho poggiato 2 fiorellini e diverse foglie (quercia, vite, rovo, prugna e scotano) e anche un pezzo di radice di robbia.


Questa volta non ho aggiunto cotone-barriera. Ho semplicemente piegato a metà il tessuto, l'ho arrotolato intorno ad un legno e legato stretto stretto. Niente ferro questa volta nel "brodo di cottura", ma una manciatina di cocciniglie secche.



L'acqua nella pentola è diventata scura scura, quasi nera (purtroppo non ho fatto la foto). E anche quando, dopo un'ora di bollitura, abbiamo tirato fuori i nostri fagotti, l'acqua di risciacquo si è tinta di rosso carminio subito (vedi sopra).
Devo dire la verità, vedendo i fagotti così colorati ero un po' preoccupata. Temevo che anche dentro non si vedesse altro che il colore lasciato dalle cocciniglie. E invece....



.... solo i bordi e la parte della legatura, cioè quelle parti della stoffa a diretto contatto con l'acqua colorata, hanno preso il rosso carminio. Dentro invece la stoffa è rimasta quasi bianca e ci sono delle impronte belle e anche nitide.


Qui sopra il risultato sulla tela che avete visto nella foto pre-stampa. E di seguito il secondo tentativo (eh sì, questa volta non sono riuscita a fermarmi subito:)

 
Alla fine, dopo il risciacquo con acqua pulita, abbiamo messo i nostri teli appena tinti/stampati sullo stendino di Marisa:


E a casa, lavati con sapone di Marsiglia, asciugati e stirati, adesso si presentano così:


Non male direi, molto "di effetto" con questo rosso luminoso sui bordi.
Ma per essere sincera: Io preferisco le tele con i colori più "autunnali" che sono venuti fuori con la tecnica lino+ferro e lana+ferro.
Voi cosa dite? 





lunedì 18 giugno 2012

Lavanda - ci sono tantissime ricette per usarla!


Le mie piantine di lavanda sono molto generose anche quest'anno. E come sempre lascio una bella parte dei loro fiori per i bombi, le api e tantissimi insetti che vivono (e mangiano) in questi profumatissimi arbusti....


Più della metà però viene tagliata, perché non posso/voglio rinunciare al loro profumo in casa. 

Ecco un piccolo elenco di "ricette" con fiori di lavanda che ho già sperimentato personalmente:
- oleolito di lavanda (con fiori freschi oppure secchi, vengono bene entrambi), ottima base per unguenti e creme fatti in casa
- sacchetti per profumare gli armadi (io aggiungo anche un po' di assenzio - gli animaletti/parassiti non amano per niente l'odore leggermente amarognolo di questa pianta)
- tè verde alla lavanda (mischiare alcuni fiori secchi direttamente con le foglie di tè sfuso). Ha un profumo stupendo che si sviluppa soprattutto se bevete il tè con un pochino di miele, ottimo come antisettico se avete mal di gola
- zucchero aromatizzato alla lavanda (vedi ricetta qui sotto). Perfetto per addolcire la tisana della sera, questo zucchero può essere usato in sostituzione di quello tradizionale per preparare ottimi biscotti, raffinate crostate, torte e creme.
- biscotti alla lavanda  (vedi ricetta qui sotto)
- liquore di lavanda e limone (vedi ricetta qui sotto)
- sciroppo di lavanda (vedi ricetta qui sotto)
- pane al profumo di lavanda e olive (aggiungo pochi fiori secchi e qualche pezzetto di  olive in salamoia al normalissimo pane che preparo con la pasta madre)

RICETTE:

Zucchero aromatizzato alla lavanda:   
500 gr. di zucchero di canna
una/due manciate di fiori di lavanda 
Unire nel mixer lo zucchero ai fiori di lavanda e frullare insieme per un paio di minuti a bassa velocità (meglio aggiungere la lavanda allo zucchero gradualmente, fino ad ottenere il profumo e l’intensità che si preferisce). Trasferire lo zucchero in un contenitore in vetro con chiusura ermetica, aggiungere due, tre cucchiai di fiori di lavanda interi.

Biscotti alla lavanda
125gr di burro, 100 gr di zucchero, 150 gr di farina (io ne metto anche 180 gr), 1 uovo, 1 cucchiaio di fiori essiccati di lavanda, un cucchiaino di lievito per dolci in polvere, 1 pizzico di sale
Amalgamate il burro ammorbidito con lo zucchero, l'uovo sbattuto, la farina, il cucchiaio di fiori essiccati di lavanda, un cucchiaino di lievito e un pizzico di sale. Impastate e spianate la pasta con il matterello ritagliando tanti biscotti della vostra forma preferita. Mettete in forno a 180 C per 20 minuti (io li lascio un po’ meno)

Liquore di lavanda e limone
150 g di  fiori freschi o secchi di lavanda
1 scorza di limone bio
500 g di acqua
300 g di zucchero
250 ml di alcol 95° buongusto
1 o 2 chiodi di garofano (facoltativo)
Pulite i fiori e lasciateli asciugare, lavate il limone e togliete la scorza gialla. Preparate lo sciroppo con  l’acqua e lo zucchero, dopo aver sciolto lo zucchero, lasciate raffreddare.
Mettete dentro un vaso ermetico, i fiori di lavanda , la scorza, i chiodi di  garofano (io non li metto, non mi piacciono).
Versate lo sciroppo freddo e l'alcol. Chiudete e lasciate riposare per 40 giorni, in un luogo fresco e buio. Ogni due o tre giorni agitate il vaso. Passati i 40 giorni, filtrate e versate in bottiglia. Lasciate ancora riposare per 20 o 30 giorni. Servite freddo dopo i pasti.

Sciroppo di lavanda
15 g di fiori secchi di lavanda, 500 g di zucchero, 600 g di acqua
Ponete acqua e zucchero in una pentola e fate cuocere a fiamma medio-alta per 30 minuti. Aggiungete i fiorellini all’acqua zuccherata e fate cuocere ancora per 15 minuti
Ritirate la pentola dal fuoco e lasciate la lavanda in infusione per altri 10 minuti,
quindi filtratela. Conservate lo sciroppo in frigorifero. Dura fino a 6 mesi.
Può essere usato ad esempio per preparare un profumatissimo tiramisù (intingendo alcuni savoiardi nello sciroppo di lavanda)oppure per aromatizzare gelati, muffins o macedonie.


mercoledì 6 giugno 2012

Una casa per la "forbicina"


Ed eccoci qua con una nuova puntata della serie: lotta naturale agli afidi (ed altri parassiti delle piante).
Questa volta con l'aiuto della "forbicina", un animaletto che purtroppo dalla maggior parte della gente viene poco apprezzato, spesso inutilmente temuto e persino ammazzato.



Ma prima di raccontarvi cosa facciamo noi per "coccolarci" le nostre forbicine nell'orto/frutteto di seguito alcune informazioni biologiche (che mi ha dato "l'entomologo di famiglia" Renato) su questo insetto utilissimo:

La "forbicina" appartiene all'ordine dei Dermaptera che comprende insetti di forma allungata col tegumento lucido e cuoioso. L'apparato boccale è masticatore. La testa è sempre ben distinta dal resto del corpo.
Questo ordine di insetti è rappresentato, in Europa, da una sola famiglia: Forficulidae, che comprende diversi generi (Forficula, Anechura, Pseudochelidura ecc.) con molte specie, delle quali Forficula auricularia è la più comune e la più conosciuta.
Le Forficule adulte sono onnivore e svolgono attività predatrice a spese di uova e larve di altri insetti, Afidi, Cydia pomonella, Lobesia botrana e anche coleotteri quali le Silfe. Saltuariamente possono danneggiare anche frutti o germogli (solo su pesco e albicocca).
La Forficula non ama la luce e preferisce ambienti ad alta umidità e ben ombreggiati. All'inizio dell'autunno si formano delle coppie che si ritirano in nidi individuali rimanendo fedeli fino a tutto febbraio. La femmina aiutata dal compagno scava nel terreno, umido ma ben drenato, a pochi centimetri di profondità un nido entro il quale depone fino ad ottanta uova che poi accudisce con assiduità, rigirandole e leccandole frequentemente, divorando quelle andate a male.
Essa vigila costantemente la sua covata, allontanandone gli eventuali intrusi e persino il suo compagno, spostando le uova in un nuovo nido in caso di pericolo e qualora questo sia invaso da muffe o sia troppo umido.
Le neanidi nascono già in pieno inverno e fino al completamento della prima età restano raggruppate e la madre le accudisce, probabilmente le nutre con umori rigurgitati dalla bocca. Con la morte della madre la figliata ne divora il corpo e in seguito i componenti si disperdono nell'ambiente e condurranno vita autonoma.
Lo sviluppo preimmaginale attraversa 4 stadi (mute) giovanili e i nuovi adulti compariranno in tarda primavera-inizio estate.





Essendo quindi anche la "forbicina" (come la coccinella) un'assidua nemica degli afidi cerchiamo di convincerla a vivere direttamente nei nostri meli e peri. Per questo costruiamo quello che chiamo la "casa della forbicina", un piccolo vaso da fiori in terracotta, pieno di erba secca (oppure di fieno o di lana di legno), che appendiamo direttamente sull'albero.
Nella foto di sopra vedete tutto quello che serve: il vaso, l'erba secca, circa 50 cm di fil di ferro robusto (zincato) e un cavicchio conico.
Si riempie il vaso di erba secca, si gira il fil di ferro 3 o 4 volte intorno al cavicchio (in maniera di creare una spirale) e si passa la fine dritta attraverso l'erba nel buco del vaso (così la spirale fissa l'erba nel contenitore).


La parte libera del fil di ferro viene piegata per formare un bel gancio grosso e la casa della forbicina è pronta per essere appesa sull'albero. Presto si riempierà di forbicine che ci aiutano nella lotta biologica contro gli afidi ecc.




Il bello di questo sistema: Quando l'albero sta meglio possiamo prendere tutta la "casa" e traslocarla, appendendola semplicemente sul ramo dell'albero vicino. I suoi abitanti non ne soffrono e continuano il loro lavoro utile...

sabato 2 giugno 2012

Per combattere afidi ed altri parassiti delle piante: Decotto di assenzio

Assenzio (Artemisia Absinthium L.)

L'altro giorno ho scritto della nostra lotta contro gli afidi nel frutteto con i nastri "anti-formiche" e del grande aiuto che ci danno le coccinelle.
Oggi vorrei parlare di una pianta che ci è altrettanto preziosa nella lotta (senza veleni!) contro afidi ed altri parassiti delle piante: l'assenzio (nome scientifico: Artemisia Absinthium L.).
Nel nostro giardino e orto cresce in grande quantità. Alcuni anni fa l'ho seminato e da allora rispunta ogni primavera, moltiplicandosi (oltre ad essere utile e anche bello, per esempio accanto alle rose)

 

L'assenzio è una pianta medicinale che è conosciuta soprattutto per il suo impiego nella preparazione del distillato d'assenzio (molto amaro che viene diluito e zuccherato) e anche del vermouth.

Per combattere gli afidi taglio alcune piante (il momento migliore è poco prima della fioritura), le metto a seccare e poi preparo il decotto.


Scotto l'assenzio seccato in acqua bollente e lascio riposare per circa 30 minuti. Poi filtro, diluisco con acqua fredda (rapporto finale: circa 10 litri d'acqua per 300 grammi di assenzio seccato) e spruzzo questo decotto direttamente sulle piante attaccate dai parassiti. Le sostanze amare (veramente molto amare!) dell'assenzio fanno sì che afidi ecc. se ne vadano...
Gli scarti della preparazione del decotto (dopo la filtrazione) metto di solito ai piedi delle piante. 

E queste sono le pompe che usiamo, a seconda della grandezza della pianta da trattare (e quindi della quantità di decotto utilizzata) sono:

 spruzzino a mano


pompa da spalla manuale


  atomizzatore a motore


martedì 29 maggio 2012

Di formiche, afidi e coccinelle...

melo in sofferenza
Quello che vedete qui sopra è un nostro povero albero di mele che sta veramente male. Ha le foglie tutte arricciate...

E quelli nella foto seguente sono i "colpevoli"

 
afidi
Gli afidi. Nemici acerrimi del frutticultore. La maggior parte di essi è allevata da alcuni generi di formiche, che le accudiscono e le portano sui rametti teneri onde si alimentino facilmente, e da cui "mungono" la melata che in pratica sono le deiezioni  degli afidi ed è una sostanza zuccherina di cui sono ghiotte le suddette formiche.
Impedendo l'accesso delle formiche all'albero da difendere si fa già un grosso passo avanti per l'eliminazione degli afidi dalle nostre culture. Poche sono le forme alate di afidi e le forme attere non si possono spostare troppo se non aiutate (leggi trasportate) e anche difese dalle formiche dai loro nemici naturali.

larva di coccinella
Questo è il più grande nemico degli afidi : La larva di coccinella. In una giornata ne può mangiare diverse decine.

La larva di coccinella, dopo avere ben mangiato una grande quantità di afidi, si trasforma in ninfa (per diventare poi insetto perfetto, cioè la coccinella che noi tutti conosciamo). Questa comunque è la ninfa:
 ninfa di coccinella

E questo è l'insetto "adulto", che continuerà a mangiare afidi, si accoppierà e farà tantissime uova da cui nasceranno tante larve che cominceranno a mangiare afidi ...e cosi via.
coccinella adulta

Sul nostro povero melo per fortuna ci sono molte larve, ninfe e anche adulti di coccinella che divorano gli afidi. Ma molto probabilmente non basterebbero per garantire all'albero la sopravvivenza. Così siamo intervenuti anche noi. E non usando veleni abbiamo scelto di impedire almeno alle formiche ti trasportare nuovi afidi su rametti e foglie.


Abbiamo legato un nastro di carta ricoperta con un particolare tipo di colla intorno al tronco. Le formiche ci "restano", e l'albero (grazie all'aiuto delle coccinelle) può pian piano riprendersi dagli attacchi subiti...


P.S.: Non so come si chiama questo utilissimo nastro "anti-formiche" in italiano. Io lo prendo sempre in un Gartencenter in Germania perché non l'ho mai visto in commercio in Italia (ma forse si trova anche qua - vale veramente la pena cercarlo!)