lunedì 14 maggio 2018

Feltrosa 2018 - una grande festa interculturale




"Feltrosa", l'incontro italiano/internazionale di cui vi ho raccontato già l'anno scorso in questo post, si è svolta questa volta a Cavareno in Trentino. Eravamo circa 70 partecipanti e un grande numero di "accompagnatori" (mariti, fidanzati, amici...).

La durata era di 6 giorni, e il programma era ricco e variegato (vedi qui sul sito della manifestazione)

Io - per motivi vari - ho potuto partecipare solo ad uno dei tanti corsi. E per "comodità" vi faccio copia-incolla del testo che ho già scritto e pubblicato sul sito di FELTROSA 2018 



Feltraie senza confini …
Sono partita per fare una blusa e sono tornata con un poncho (che in realtà sarebbe pure una gonna).
Avrò fatto qualche errore? Sbagliato workshop ? No, anzi! Ho solo trovato la tutor giusta. Natali Shvets, oltre ad essere un’insegnante veramente speciale, è anche una persona  comprensiva e dolce. Non vuole soltanto insegnare una tecnica, vuole anche che le sue allieve siano convinte di quello che fanno, che si trovino a loro agio durante il workshop e anche dopo, con il prodotto finito.
Ed è proprio quello che è successo durante il mio corso “Blusa in nuno feltro”.  Già dopo pochi minuti in cui Natali - per illustrarci le varie tecniche possibili - tirava fuori dalla sua enorme valigia una moltitudine di campioni e di modelli, il “progetto blusa” è tramontato velocemente tra noi partecipanti. Due delle 3 allieve si sono innamorate subito di un poncho/gonna creato dall’insegnante e la terza di una sua giacca/campione. E Natali, invece di protestare per il cambiamento di programma,  ci ha incoraggiate a realizzare quel che più ci entusiasmava.


Confesso di essere arrivata ai limiti delle mie capacità di feltraia (ancora semi-principiante). La mole di lavoro era grande. Per stendere la lana mi servivano non meno di 4 tavoli accostati tra di loro, e dopo un giorno intero in cui mi sono chinata avanti e indietro su questa enorme superficie il mal di schiena non si è fatto attendere molto. 

Ma per fortuna c’era Natali. Con la sua calma (“ce la fai, ma ti devi sbrigare un pochino …”) e la sua capacità di correggere i miei piccoli e grandi errori (“vedi qua, questo è un buco, mettici altra lana …”), con il suo aiuto morale ma anche quello pratico (insieme abbiamo steso circa 8 metri di seta sul mio lavoro …) era determinante per la riuscita della mia impresa. 


Ho imparato molto in quei due giorni di corso, tra l’altro come creare textures e movimenti di superficie senza usare tante decorazioni e colori (il mio poncho è bianco, lo voglio colorare in un secondo momento).



Come scritto prima eravamo solo 3 “vere” partecipanti a questo corso. Una quarta persona ha dato una guest performance di qualche ora per decorare con un po’ di lana e fibre di seta e viscosa una sua blusa precedentemente auto-creata a casa. 



Il nostro gruppo era piccolo, ma forse il più internazionale di tutta Feltrosa 2018. Tra le allieve c’era la belga che vive in Portogallo, la tedesca residente da 30 anni in Italia e la svedese venuta appositamente per questa manifestazione da Stoccolma, poi la maestra ucraina e last but not least una simpatica osservatrice giapponese che per ore e ore si è divertita a seguire con occhi attenti ogni nostro movimento, prendendo nota su un piccolo quaderno e facendo dozzine di foto del nostro work in progress. 
 

Come parlavamo tra di noi? Quasi sempre in italiano, magari un po’ maccheronico ma ci siamo capite benissimo. E con la nostra nuova amica giapponese comunicavamo in un inglese rudimentale e con molti, moltissimi sorrisi e inchini!
Anche questo è Feltrosa: Un raduno di persone che condividono le stesse passioni e che superano con gioia ed entusiasmo i confini geografici e linguistici.
(Helga)
P.S.: E la prossima volta farò una blusa in nuno feltro (forse J )


Ringrazio Paolo Uliana e Natali Shvets per avermi messo a disposizione le belle foto che hanno scattato durante e dopo il corso (io questa volta me ne sono completamente dimenticata, avevo "troppo da fare")

venerdì 4 maggio 2018

Oro di cipolla

Oggi è una giornata uggiosa e buia. E così ho deciso di pubblicare un lavoro "luminoso e splendente" di qualche giorno: Tre sciarpine in seta che ho tinto - in tre modo diversi - con lo stesso "brodo" di buccia di cipolla con cui ho creato anche la stoffa di cotone pubblicata qualche giorno fa.
Il procedimento no.1 era simile, cioè cucito e legato il tessuto, immerso per circa 2 ore nel bagno caldo con la buccia di cipolla e poi aperto...:




In seguito ho tinto - sempre con questo "brodo" - altre 2 sciarpine dello stesso materiale. Una senza legature e l'altra creando un disegno shibori piegando a fisarmonica, "incastrandola" poi tra due quadretti di legno (per fare riserva di colore). Purtroppo non ho fatto foto durante il procedimento. Il risultato (ancora bagnato) era comunque questo: 


E adesso... la foto finale: le 3 sciarpine lavate e asciutte. Come vedete il colore è cambiato un bel po'. Mentre era una specie di arancione quando la stoffa era ancora bagnata, asciutta ha preso un bel color oro



Adesso il mio "brodo di cipolla" è veramente esaurito. Prossimamente dovrò passare a un altra verdura (e quindi altro colore). Vediamo....

giovedì 3 maggio 2018

Felicità è...

 ...quando compri "solo" un paio di orecchini


e poi...ti arriva tutto questo!!!!






                                  Un pacchetto pieno di omaggi: pizzi vecchi tinti a mano,
perle di ceramica fatte da 4 artigiani diversi, e persino qualche metro di cotone cerato 
per potermi creare la mia collana personale...



 Grazie Dawn, sei una grande! Grande artista e molto generosa 😍