"Feltrosa", l'incontro italiano/internazionale di cui vi ho raccontato già l'anno scorso in questo post, si è svolta questa volta a Cavareno in Trentino. Eravamo circa 70 partecipanti e un grande numero di "accompagnatori" (mariti, fidanzati, amici...).
La durata era di 6 giorni, e il programma era ricco e variegato (vedi qui sul sito della manifestazione)
Io - per motivi vari - ho potuto partecipare solo ad uno dei tanti corsi. E per "comodità" vi faccio copia-incolla del testo che ho già scritto e pubblicato sul sito di FELTROSA 2018
Feltraie senza
confini …
Sono partita per fare una blusa e sono tornata con un poncho
(che in realtà sarebbe pure una gonna).
Avrò fatto qualche errore? Sbagliato workshop ? No, anzi! Ho
solo trovato la tutor giusta. Natali Shvets, oltre ad essere un’insegnante
veramente speciale, è anche una persona comprensiva e dolce. Non vuole soltanto
insegnare una tecnica, vuole anche che le sue allieve siano convinte di quello
che fanno, che si trovino a loro agio durante il workshop e anche dopo, con il prodotto
finito.
Ed è proprio quello che è successo durante il mio corso
“Blusa in nuno feltro”. Già dopo pochi
minuti in cui Natali - per illustrarci le varie tecniche possibili - tirava fuori
dalla sua enorme valigia una moltitudine di campioni e di modelli, il “progetto
blusa” è tramontato velocemente tra noi partecipanti. Due delle 3 allieve si
sono innamorate subito di un poncho/gonna creato dall’insegnante e la terza di
una sua giacca/campione. E Natali, invece di protestare per il cambiamento di programma, ci ha incoraggiate a realizzare quel che più
ci entusiasmava.
Confesso di essere arrivata ai limiti delle mie capacità di
feltraia (ancora semi-principiante). La mole di lavoro era grande. Per stendere
la lana mi servivano non meno di 4 tavoli accostati tra di loro, e dopo un
giorno intero in cui mi sono chinata avanti e indietro su questa enorme
superficie il mal di schiena non si è fatto attendere molto.
Ma per fortuna c’era Natali. Con la sua calma (“ce la fai,
ma ti devi sbrigare un pochino …”) e la sua capacità di correggere i miei
piccoli e grandi errori (“vedi qua, questo è un buco, mettici altra lana …”),
con il suo aiuto morale ma anche quello pratico (insieme abbiamo steso circa 8
metri di seta sul mio lavoro …) era determinante per la riuscita della mia
impresa.
Ho imparato molto in quei due giorni di corso, tra l’altro come creare
textures e movimenti di superficie senza usare tante decorazioni e colori (il
mio poncho è bianco, lo voglio colorare in un secondo momento).
Come scritto prima eravamo solo 3 “vere” partecipanti a
questo corso. Una quarta persona ha dato una guest performance di qualche ora
per decorare con un po’ di lana e fibre di seta e viscosa una sua blusa
precedentemente auto-creata a casa.
Il nostro gruppo era piccolo, ma forse il più internazionale
di tutta Feltrosa 2018. Tra le allieve c’era la belga che vive in Portogallo,
la tedesca residente da 30 anni in Italia e la svedese venuta appositamente per
questa manifestazione da Stoccolma, poi la maestra ucraina e last but not least
una simpatica osservatrice giapponese che per ore e ore si è divertita a
seguire con occhi attenti ogni nostro movimento, prendendo nota su un piccolo
quaderno e facendo dozzine di foto del nostro work in progress.
Come parlavamo tra di noi? Quasi sempre in italiano, magari
un po’ maccheronico ma ci siamo capite benissimo. E con la nostra nuova amica
giapponese comunicavamo in un inglese rudimentale e con molti, moltissimi
sorrisi e inchini!
Anche questo è Feltrosa: Un raduno di persone che
condividono le stesse passioni e che superano con gioia ed entusiasmo i confini
geografici e linguistici.
(Helga)
P.S.: E la prossima volta farò una blusa in nuno feltro
(forse J
)
Ringrazio Paolo Uliana e Natali Shvets per avermi messo a disposizione le belle foto che hanno scattato durante e dopo il corso (io questa volta me ne sono completamente dimenticata, avevo "troppo da fare")