Erano due giorni molto intensi (e anche un pochino faticosi) per noi. Ma valeva veramente la pena. La location (Villa Braghieri) era bellissima, idem il tempo. Gli organizzatori dell'evento erano bravissimi e molto gentili. E gli espositori (che in parte sono venuti da lontano, da Genova, da Torino, dalla Toscana...) erano veramente di alto livello.
Nei loro stand grandi e molto professionali c'era un po' di tutto per gli amanti del verde, del giardinaggio, della natura: fiori e piante, frutta fresca e frutta trasformata, arredamento ed attrezzi da giardino, balcone e terrazzo, animali da cortile (soprattutto razze rare) e molto molto altro ancora.
Il gazebo del "Pe 'd fèr" era più semplice. Ma i nostri visitatori erano numerosi lo stesso in questi due giorni.
Abbiamo portato a Floravilla le nostre pubblicazioni sulle tradizioni locali e anche alcuni manufatti in tema "Flora": tessuti e filati tinti con piante e fiori, oggetti in legno, acquerelli fatti con colori a base di cavolo rosso.
E poi c'erano i nostri bravissimi soci Marisa e Renato che con le loro dimostrazioni "in diretta" incuriosivano molti visitatori.
Marisa creava (con una tecnica giapponese chiamata Hapa Zome ) bellissimi quadri di tessuto con l'aiuto di un semplice sasso e tanti fiori e foglie.
Renato invece, "armato" di coltello e forbice da potatura, faceva vedere ai passanti come autoprodurre piccoli cestini e panieri con i salici (quelli che i contadini una volta usavano nel vigneto per legare le viti).
Nel handmade, si sa, l'imperfezione non è un difetto... ma è un pregio!
Tradotto per i cestini di Renato significa: "più è storto... più è bello"
^_____^
Complimenti a Renato e alla fotografata ..molto bello il vostro gazebo colorato e simpatico..e bellissimi i quadri con le erbe!!! ciao ;-))
RispondiElimina...mi sarei soffermata dappertutto e avrei acquistato (se erano in vendita ) quei tessuti dipinti, qualche cesto fatto a mano anche se storto (meglio lo storto tuo che il dritto degli altri!!)....e mi sarebbe piaciuto sapere a che serve e che cosa è quell'affare di coccio (a me sembra) che "schizza" l'acqua nel secchio di ferro!! Mi piacciono queste mostre -mercato!!! Complimenti
RispondiElimina@Luisa: quei quadretti con le erbe potrebbero essere anche un'idea per voi (della tua associazione intendo) quando fate laboratorio con i bambini del quartiere. Magari ti spiegherò meglio a voce come funziona;)
RispondiElimina@Franca Rita, quei quadretti sono stampati, non dipinti. Le foglie o i fiorellini, schiacciati con un sasso, lasciano l'impronta colorata sul tessuto. Bello l'effetto, vero?! Per quanto riguarda quell'affare di coccio: è una specie di doccia per piante piccole. E' fatta di terracotta, con tanti buchini sotto e un buco grande sopra. Si immerge nel secchio d'acqua, così si riempie d'acqua. Tirandola fuori da secchio si deve chiudere il buco sopra con il pollice. Quando si tira via il pollice esce l'acqua dai buchi sotto (effetto doccia). Non so se mi sono spiegata... :-)
Ciao ad entrambe, e buon 2 giugno!
che bello helga! e che belli i quadri di tessuto stampato:)
RispondiEliminasì katia, qui quadri sono veramente belli. non conoscevo quella tecnica, ma ho visto che è facilissima, molto adatta anche da fare con i bambini.
RispondiEliminaBellissima fiera!E bravissimi tutti voi!
RispondiEliminaE' vero Ely, era una fiera bellissima! Peccato che la fanno solo una volta all'anno;)
RispondiEliminaUn applauso a scena aperta..ma che brave e sempre peccato per la lontananza..
RispondiEliminaChe strana arte quella giapponese di Marisa, ma i cestini di Renato , sono veramente stupendi..
Mi sono iscritta al volo, sperando con infinito piacere in un vostro ricambio..
Bacio e buona serata!
http://rockmusicspace.blogspot.it/
Grazie Nella! L'arte giapponese di Marisa si sembrerà "strana", ma ti assicuro che il risultato è delizioso. Più tardi visiterò (con calma) il tuo blog:) Ciao!!
RispondiEliminaTutto molto interessante!!!! Grande Renato,mi piacerebbe imparare a fare i cesti, qui c'è un ragazzo giovane che sa farli, ma è super timido e quando gli ho chiesto se mi insegnava è scappato ;-)Del pezzo in ceramica posso dire che l avevo trovato la prima volta sotto la dicitura annaffiatoio Salentino, secondo me è geniale! Il pollice aprendo e chiudendo la bocca del vaso eroga acqua senza alcuno spreco ;-)mi riprometto di provare a realizzarlo!
RispondiEliminahttp://www.affaritaliani.it/puglia/tradizione-gli-uccelli-della-pioggia-la-nascosta-di-agostino-branca.html
RispondiElimina*v*
Uh Manu, già mi piaceva molto quel piccolo e semplice annaffiatoio che ho visto a Floravilla. Ma quegli "uccelli della pioggia" del tuo link sono bellissimi!!! Adesso sono molto curiosa di vedere le TUE "prove"!!!
RispondiEliminaPer quanto riguarda i cestini: Renato non è per niente timido. Se vuoi ti insegna, e non scappa di sicuro ^___^
Hai visto che poesia? Allora fammi sapere quando vi spostate un po' verso il nord. Qui c'è una signora che prende il rivestimento delle pannocchie, lo inumidisce e lo torce, poi confeziona delle ciabattine che sono la fine del mondo, io ancora non mi rassegno ad averle completamente deformate e attento alla vita delle mie amiche cercando di far gliele calzare e far fare due rampe di scale...heheh, fanno un massaggio ai piedi che è uno spettacolo♥
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