mercoledì 29 agosto 2012

Pomodori secchi fatti in casa


Il freddo di primavera, una brutta grandinata in luglio e poi l'eccessivo caldo in agosto ci ha rovinato il raccolto dei nostri pomodori dell'orto. Peccato, perché di solito ci facciamo la scorta di salsa per tutto l'inverno. Quest'anno invece i nostri pomodori bastavano giusto per qualche insalata, una mezza dozzina di sacchetti di polpa fresca nel freezer e qualche vasetto di pomodori secchi sott'olio.


Ecco come ho fatto:
Ho tagliato i pomodori (noi abbiamo quelli tipo San Marzano) a metà per il lungo e messi su carta da cucina in cassette per la frutta (sia di legno che di cartone, non importa). Poi li ho cosparsi di molto sale fino e messi davanti a casa in pieno sole.


Importante tirarli dentro per la notte, di girarli spesso e di "aprirli" stendendoli bene con le mani quando cominciano ad accartocciarsi sui bordi in maniera di evitare la formazione di muffe.


Per proteggere i pomodori dagli animaletti si possono coprire le cassette con la tulle.
Difficile dire quanti giorni devono seccare sotto il pieno sole, dipende dal clima. Qui da noi c'era molto molto caldo quest'anno e dopo 5 giorni i miei pomodori erano abbastanza secchi per essere conservati per l'inverno. Anche qui ci sono molte ricette. Io procedo così:
Faccio bollire i pomodori secchi per circa 5 minuti in acqua e aceto, poi li faccio asciugare bene su carta da cucina (anche tutta la notte) e alla fine li sistemo in vasetti con un po' di aglio, peperoncino e olio extra vergine d'oliva. Importante che siano coperti completamente di olio prima di chiudere il vaso!


giovedì 12 luglio 2012

Succhi di frutta - con una particolare pentola "a vapore"

Non ho idea come si chiami realmente quella strana pentola che ho trovato in cantina da mia madre qualche anno fa. So solo che non l'ho mai usata perché mi sembrava una cosa "strana". Quest'anno invece, con tante tantissime albicocche e prugne ho finalmente avuto il coraggio. E il risultato è grandioso!!!!! Tanti litri di succo di frutta con pochissimo lavoro.
Prendiamo ad esempio le prugnette rotonde (non so come si chiamano!) che non sono un gran che per mangiarle, e per fare la marmellata sono un po' "noiose". Perché sono molto acquose e la polpa non si stacca mai dal nocciolo. Ne ho raccolte circa 6 chili.


Le ho messe (intere) nel cestello di questa strana pentola-vaporiera....


...riempito d'acqua la parte in basso e messo il tutto sul fuoco 
(visto il caldo in cucina ho usato un bruciatore portatile che abbiamo in cortile)


Come funziona? In pratica è un'estrazione a vapore. Nel cestello inferiore si mette l’acqua, questa bolle e il vapore fa cuocere la frutta. Il succo ottenuto (che esce dal tubicino di gomma rossa) potrà essere quindi imbottigliato e sterilizzato per essere conservato il più a lungo possibile.
Io non avevo bottiglie adatte e quindi ho usato dei normalissimi vasetti da un litro e da mezzo litro (come quelli per la marmellata o per il miele).


Come dicevo prima: il risultato di quest'operazione è veramente grandioso. Da circa 6 chili di prugnette ho ricavato più di 5 litri di ottimo succo!!!!!

 

venerdì 6 luglio 2012

Trasformazione di una camicia da uomo...

 
Quella che vedete qui sopra era una ex-camicia da uomo. 
Era nuova e di ottima qualità, ma a mio marito purtroppo era troppo stretta.

Così ho tolto polsini e colletto....

   ...e la camicia da uomo e diventata una bella e comoda camicetta per me,
con colletto "alla coreana" (credo almeno si chiami così) 


e delle maniche da 3/4 che io di solito arrotolo


Gli ex-polsini sono diventati due piccole pochette che sono molto utili per mettere il cellulare o altre cosine che spesso "girano" nella mia borsetta (il rossetto, il coltello svizzero, lo stick anti-zanzare ecc.ecc.)


Solo per l'ex-colletto non ho ancora trovato un modo di ri-uso. Se qualcuno di voi ha un'idea: fatemi sapere! Grazie ^___^

sabato 30 giugno 2012

E adesso le albicocche ... tante albicocche!


Nonostante il radicale diradamento che ho fatto quasi due mesi fa, in questo periodo c'è una specie di invasione di albicocche qui da noi. Sono tre settimane che raccogliamo, mangiamo, trasformiamo, conserviamo....albicocche albicocche albicocche.
Ne abbiamo tre alberi con tre varietà diverse: albicocche piccole, albicocche di media grandezza e poi albicocche grandi come le pesche (sono quelle che vedete nella foto qui sopra). E tutte sono buonissime!
Quelle grandi e quelle di media grandezza, oltre a mangiarle, le trasformo in albicocche sciroppate (tagliate a metà e denocciolate).


Quelle piccole invece vanno nel mio Rumtopf o diventano la classica marmellata di albicocche ("monofrutto" oppure mischiate con uva spina, pesche o un po' di amarene - le marmellate "tuttifrutti" sono molto buone sulle crostate!) oppure albicocche "cotte al sole". Le metto, intere (con il nocciolo quindi) in vasi un po' grossi, aggiungo metà del loro peso di zucchero e come le amarene le metto per qualche settimana sul davanzale della finestra (in pieno sole). Dopo qualche giorno lo zucchero sarà sciolto e si mischierà col succo che esce dall'albicocca. Nella foto seguente vedete due vasi che stanno al sole da 2 giorni (a destra) ed due che ho appena messi stamattina.


Queste albicocche non hanno bisogno di altro tipo di conservazione/sterilizzazione. Si mangiano in inverno con budini, col gelato, con la macedonia oppure da sole.
Variazione sul tema: se vi piace potete aggiungere (insieme allo zucchero, subito all'inizio della conservazione quindi) un cucchiano o due di alcool puro o di grappa. Diventano più "spiritose":))

lunedì 18 giugno 2012

Lavanda - ci sono tantissime ricette per usarla!


Le mie piantine di lavanda sono molto generose anche quest'anno. E come sempre lascio una bella parte dei loro fiori per i bombi, le api e tantissimi insetti che vivono (e mangiano) in questi profumatissimi arbusti....


Più della metà però viene tagliata, perché non posso/voglio rinunciare al loro profumo in casa. 

Ecco un piccolo elenco di "ricette" con fiori di lavanda che ho già sperimentato personalmente:
- oleolito di lavanda (con fiori freschi oppure secchi, vengono bene entrambi), ottima base per unguenti e creme fatti in casa
- sacchetti per profumare gli armadi (io aggiungo anche un po' di assenzio - gli animaletti/parassiti non amano per niente l'odore leggermente amarognolo di questa pianta)
- tè verde alla lavanda (mischiare alcuni fiori secchi direttamente con le foglie di tè sfuso). Ha un profumo stupendo che si sviluppa soprattutto se bevete il tè con un pochino di miele, ottimo come antisettico se avete mal di gola
- zucchero aromatizzato alla lavanda (vedi ricetta qui sotto). Perfetto per addolcire la tisana della sera, questo zucchero può essere usato in sostituzione di quello tradizionale per preparare ottimi biscotti, raffinate crostate, torte e creme.
- biscotti alla lavanda  (vedi ricetta qui sotto)
- liquore di lavanda e limone (vedi ricetta qui sotto)
- sciroppo di lavanda (vedi ricetta qui sotto)
- pane al profumo di lavanda e olive (aggiungo pochi fiori secchi e qualche pezzetto di  olive in salamoia al normalissimo pane che preparo con la pasta madre)

RICETTE:

Zucchero aromatizzato alla lavanda:   
500 gr. di zucchero di canna
una/due manciate di fiori di lavanda 
Unire nel mixer lo zucchero ai fiori di lavanda e frullare insieme per un paio di minuti a bassa velocità (meglio aggiungere la lavanda allo zucchero gradualmente, fino ad ottenere il profumo e l’intensità che si preferisce). Trasferire lo zucchero in un contenitore in vetro con chiusura ermetica, aggiungere due, tre cucchiai di fiori di lavanda interi.

Biscotti alla lavanda
125gr di burro, 100 gr di zucchero, 150 gr di farina (io ne metto anche 180 gr), 1 uovo, 1 cucchiaio di fiori essiccati di lavanda, un cucchiaino di lievito per dolci in polvere, 1 pizzico di sale
Amalgamate il burro ammorbidito con lo zucchero, l'uovo sbattuto, la farina, il cucchiaio di fiori essiccati di lavanda, un cucchiaino di lievito e un pizzico di sale. Impastate e spianate la pasta con il matterello ritagliando tanti biscotti della vostra forma preferita. Mettete in forno a 180 C per 20 minuti (io li lascio un po’ meno)

Liquore di lavanda e limone
150 g di  fiori freschi o secchi di lavanda
1 scorza di limone bio
500 g di acqua
300 g di zucchero
250 ml di alcol 95° buongusto
1 o 2 chiodi di garofano (facoltativo)
Pulite i fiori e lasciateli asciugare, lavate il limone e togliete la scorza gialla. Preparate lo sciroppo con  l’acqua e lo zucchero, dopo aver sciolto lo zucchero, lasciate raffreddare.
Mettete dentro un vaso ermetico, i fiori di lavanda , la scorza, i chiodi di  garofano (io non li metto, non mi piacciono).
Versate lo sciroppo freddo e l'alcol. Chiudete e lasciate riposare per 40 giorni, in un luogo fresco e buio. Ogni due o tre giorni agitate il vaso. Passati i 40 giorni, filtrate e versate in bottiglia. Lasciate ancora riposare per 20 o 30 giorni. Servite freddo dopo i pasti.

Sciroppo di lavanda
15 g di fiori secchi di lavanda, 500 g di zucchero, 600 g di acqua
Ponete acqua e zucchero in una pentola e fate cuocere a fiamma medio-alta per 30 minuti. Aggiungete i fiorellini all’acqua zuccherata e fate cuocere ancora per 15 minuti
Ritirate la pentola dal fuoco e lasciate la lavanda in infusione per altri 10 minuti,
quindi filtratela. Conservate lo sciroppo in frigorifero. Dura fino a 6 mesi.
Può essere usato ad esempio per preparare un profumatissimo tiramisù (intingendo alcuni savoiardi nello sciroppo di lavanda)oppure per aromatizzare gelati, muffins o macedonie.


mercoledì 13 giugno 2012

Tempo di amarene!!!


Abbiamo tre alberi di amarene ai bordi del vigneto e uno nella siepe dell'orto. E anche quest'anno - come tutti gli anni del resto - sono pieni pieni di frutta. Non ci lamentiamo, perché gli alberi di amarene sono veramente facili da tenere (non si ammalano quasi mai e non hanno bisogno di potature...) e la loro frutta (e non solo quella!) è buonissima e si può usare in tanti modi.

Preparo per esempio la marmellata di amarene (per ogni chilo di frutta denocciolata aggiungo circa 500 gr di zucchero) che è deliziosa nello yogurt o sulla crostata.

Poi faccio anche le "amarene cotte al sole". Per questa "conserva" (che non ha bisogno di sterilizzazione ecc. sul gas o nel forno) metto le amarene intere (io non tolgo il nocciolo) in un vaso di vetro, le copro con lo zucchero, chiudo il vaso e lo lascio per circa 40 giorni sul davanzale della finestra, lì dove batte il sole quasi tutto il giorno. Lo zucchero si scioglie e si mischia con il succo che esce dai piccoli frutti. Mooolto buono!


E last but not least ho imparato da un'amica la preparazione dello sciroppo di amarene. In realtà è lo sciroppo con le foglie di amarene. La ricetta (che da noi nel Piacentino è ancora molto popolare) è veramente semplice:

Ingredienti:
100 foglie di amarene
1 litro di vino rosso (preferibilmente amaro)
500 gr di zucchero

Preparazione:
Pulire le foglie con un panno di cotone, metterle in infusione nel vino (in un vaso a chiusura ermetica). Dopo 10 giorni togliere circa metà delle foglie e fare bollire in un tegame di terracotta (o anche di smalto) il liquido con le rimanenti foglie e il mezzo chilo di zucchero per circa 10 minuti. Fare raffreddare, filtrare e imbottigliare.

Importante: adesso bisogna avere pazienza e lasciare invecchiare lo sciroppo per diversi mesi (così si sviluppa bene l'aroma).
Noi infatti stiamo bevendo solo adesso lo sciroppo che ho preparato nel mese di luglio del 2011. Buonissimo!!!!

mercoledì 6 giugno 2012

Una casa per la "forbicina"


Ed eccoci qua con una nuova puntata della serie: lotta naturale agli afidi (ed altri parassiti delle piante).
Questa volta con l'aiuto della "forbicina", un animaletto che purtroppo dalla maggior parte della gente viene poco apprezzato, spesso inutilmente temuto e persino ammazzato.



Ma prima di raccontarvi cosa facciamo noi per "coccolarci" le nostre forbicine nell'orto/frutteto di seguito alcune informazioni biologiche (che mi ha dato "l'entomologo di famiglia" Renato) su questo insetto utilissimo:

La "forbicina" appartiene all'ordine dei Dermaptera che comprende insetti di forma allungata col tegumento lucido e cuoioso. L'apparato boccale è masticatore. La testa è sempre ben distinta dal resto del corpo.
Questo ordine di insetti è rappresentato, in Europa, da una sola famiglia: Forficulidae, che comprende diversi generi (Forficula, Anechura, Pseudochelidura ecc.) con molte specie, delle quali Forficula auricularia è la più comune e la più conosciuta.
Le Forficule adulte sono onnivore e svolgono attività predatrice a spese di uova e larve di altri insetti, Afidi, Cydia pomonella, Lobesia botrana e anche coleotteri quali le Silfe. Saltuariamente possono danneggiare anche frutti o germogli (solo su pesco e albicocca).
La Forficula non ama la luce e preferisce ambienti ad alta umidità e ben ombreggiati. All'inizio dell'autunno si formano delle coppie che si ritirano in nidi individuali rimanendo fedeli fino a tutto febbraio. La femmina aiutata dal compagno scava nel terreno, umido ma ben drenato, a pochi centimetri di profondità un nido entro il quale depone fino ad ottanta uova che poi accudisce con assiduità, rigirandole e leccandole frequentemente, divorando quelle andate a male.
Essa vigila costantemente la sua covata, allontanandone gli eventuali intrusi e persino il suo compagno, spostando le uova in un nuovo nido in caso di pericolo e qualora questo sia invaso da muffe o sia troppo umido.
Le neanidi nascono già in pieno inverno e fino al completamento della prima età restano raggruppate e la madre le accudisce, probabilmente le nutre con umori rigurgitati dalla bocca. Con la morte della madre la figliata ne divora il corpo e in seguito i componenti si disperdono nell'ambiente e condurranno vita autonoma.
Lo sviluppo preimmaginale attraversa 4 stadi (mute) giovanili e i nuovi adulti compariranno in tarda primavera-inizio estate.





Essendo quindi anche la "forbicina" (come la coccinella) un'assidua nemica degli afidi cerchiamo di convincerla a vivere direttamente nei nostri meli e peri. Per questo costruiamo quello che chiamo la "casa della forbicina", un piccolo vaso da fiori in terracotta, pieno di erba secca (oppure di fieno o di lana di legno), che appendiamo direttamente sull'albero.
Nella foto di sopra vedete tutto quello che serve: il vaso, l'erba secca, circa 50 cm di fil di ferro robusto (zincato) e un cavicchio conico.
Si riempie il vaso di erba secca, si gira il fil di ferro 3 o 4 volte intorno al cavicchio (in maniera di creare una spirale) e si passa la fine dritta attraverso l'erba nel buco del vaso (così la spirale fissa l'erba nel contenitore).


La parte libera del fil di ferro viene piegata per formare un bel gancio grosso e la casa della forbicina è pronta per essere appesa sull'albero. Presto si riempierà di forbicine che ci aiutano nella lotta biologica contro gli afidi ecc.




Il bello di questo sistema: Quando l'albero sta meglio possiamo prendere tutta la "casa" e traslocarla, appendendola semplicemente sul ramo dell'albero vicino. I suoi abitanti non ne soffrono e continuano il loro lavoro utile...

sabato 2 giugno 2012

Per combattere afidi ed altri parassiti delle piante: Decotto di assenzio

Assenzio (Artemisia Absinthium L.)

L'altro giorno ho scritto della nostra lotta contro gli afidi nel frutteto con i nastri "anti-formiche" e del grande aiuto che ci danno le coccinelle.
Oggi vorrei parlare di una pianta che ci è altrettanto preziosa nella lotta (senza veleni!) contro afidi ed altri parassiti delle piante: l'assenzio (nome scientifico: Artemisia Absinthium L.).
Nel nostro giardino e orto cresce in grande quantità. Alcuni anni fa l'ho seminato e da allora rispunta ogni primavera, moltiplicandosi (oltre ad essere utile e anche bello, per esempio accanto alle rose)

 

L'assenzio è una pianta medicinale che è conosciuta soprattutto per il suo impiego nella preparazione del distillato d'assenzio (molto amaro che viene diluito e zuccherato) e anche del vermouth.

Per combattere gli afidi taglio alcune piante (il momento migliore è poco prima della fioritura), le metto a seccare e poi preparo il decotto.


Scotto l'assenzio seccato in acqua bollente e lascio riposare per circa 30 minuti. Poi filtro, diluisco con acqua fredda (rapporto finale: circa 10 litri d'acqua per 300 grammi di assenzio seccato) e spruzzo questo decotto direttamente sulle piante attaccate dai parassiti. Le sostanze amare (veramente molto amare!) dell'assenzio fanno sì che afidi ecc. se ne vadano...
Gli scarti della preparazione del decotto (dopo la filtrazione) metto di solito ai piedi delle piante. 

E queste sono le pompe che usiamo, a seconda della grandezza della pianta da trattare (e quindi della quantità di decotto utilizzata) sono:

 spruzzino a mano


pompa da spalla manuale


  atomizzatore a motore


martedì 29 maggio 2012

Di formiche, afidi e coccinelle...

melo in sofferenza
Quello che vedete qui sopra è un nostro povero albero di mele che sta veramente male. Ha le foglie tutte arricciate...

E quelli nella foto seguente sono i "colpevoli"

 
afidi
Gli afidi. Nemici acerrimi del frutticultore. La maggior parte di essi è allevata da alcuni generi di formiche, che le accudiscono e le portano sui rametti teneri onde si alimentino facilmente, e da cui "mungono" la melata che in pratica sono le deiezioni  degli afidi ed è una sostanza zuccherina di cui sono ghiotte le suddette formiche.
Impedendo l'accesso delle formiche all'albero da difendere si fa già un grosso passo avanti per l'eliminazione degli afidi dalle nostre culture. Poche sono le forme alate di afidi e le forme attere non si possono spostare troppo se non aiutate (leggi trasportate) e anche difese dalle formiche dai loro nemici naturali.

larva di coccinella
Questo è il più grande nemico degli afidi : La larva di coccinella. In una giornata ne può mangiare diverse decine.

La larva di coccinella, dopo avere ben mangiato una grande quantità di afidi, si trasforma in ninfa (per diventare poi insetto perfetto, cioè la coccinella che noi tutti conosciamo). Questa comunque è la ninfa:
 ninfa di coccinella

E questo è l'insetto "adulto", che continuerà a mangiare afidi, si accoppierà e farà tantissime uova da cui nasceranno tante larve che cominceranno a mangiare afidi ...e cosi via.
coccinella adulta

Sul nostro povero melo per fortuna ci sono molte larve, ninfe e anche adulti di coccinella che divorano gli afidi. Ma molto probabilmente non basterebbero per garantire all'albero la sopravvivenza. Così siamo intervenuti anche noi. E non usando veleni abbiamo scelto di impedire almeno alle formiche ti trasportare nuovi afidi su rametti e foglie.


Abbiamo legato un nastro di carta ricoperta con un particolare tipo di colla intorno al tronco. Le formiche ci "restano", e l'albero (grazie all'aiuto delle coccinelle) può pian piano riprendersi dagli attacchi subiti...


P.S.: Non so come si chiama questo utilissimo nastro "anti-formiche" in italiano. Io lo prendo sempre in un Gartencenter in Germania perché non l'ho mai visto in commercio in Italia (ma forse si trova anche qua - vale veramente la pena cercarlo!)

martedì 22 maggio 2012

Girandole spaventapasseri - fatte di vecchie bottiglie di plastica

Le chiamo "girandole" perché col vento girano che è un piacere:)
L'idea l'ho rubata ad un'anziana donna a Pont de l'Isére (paese francese sul Rodano con il quale il mio comune è gemellato da 9 anni). La simpatica signora aveva il suo giardino pieno di queste buffissime creature. Erano piantate vicino a terra, su sottili bastoncini di canne e di bamboo, e sembravano proprio dei fiori coloratissimi in continuo movimento.
Tornata a casa mi sono subito messa all'opera, perché mi servivano degli spaventapasseri (da mettere nell'orto e nel frutteto). Ecco il risultato:



mercoledì 9 maggio 2012

Rumtopf 2012

Oggi è un giorno importante! Perché oggi ha ufficialmente preso il via l’operazione “Rumtopf 2012”.

“Rumtopf” è la parola tedesca per frutta conservata sotto alcool, oppure “frutta in guazzo” come lo chiamava il grande Pellegrino Artusi. 


Le fragole sono tradizionalmente la prima frutta che i tedeschi mettono nel Rumtopf. Poi man mano che matura altra frutta il vaso si riempierà. Nel mio caso con: ciliege, amarene, albicocche, prugne, uva spina, ribes, pesche, pere, mele e diversi tipi di uva – tutta frutta che raccolgo nel nostro orto-frutteto-vigneto.


Come vedete nella foto qui sopra: Io ho proprio un Rumtopf “teutonico” (un vaso in terracotta con coperchio, contiene circa 5 litri). Ma si può usare benissimo un vaso di vetro o di ceramica. 
Di solito metto la pellicola di plastica tra bordo e coperchio, così non mi evapora l'alcool:)

La ricetta è molto facile:
Si mette nel Rumtopf la frutta di stagione (non troppo matura, naturalmente lavata e asciugata e – se necessario - sbucciata e tagliata in pezzi non troppo piccoli). La frutta si copre poi con metà del suo peso di zucchero e dopo con il rum.
Io sono fortunata, perché ho degli amici francesi che tutti gli anni mi portano del “Saint James”, un’ottimo rum bianco della Martinique, dipartimento d’oltremare francese dove vive la loro figlia. Ma naturalmente va benissimo anche il rum del supermercato, importante che sia bello forte (almeno 50°).


Per il mio Rumtopf da 5 litri mi occorrono tra 2 e 2,5 litri di rum. Finisco di riempirlo a settembre, in vendemmia, con l’uva rossa e bianca. 
Poi rimetto ben bene la pellicola di plastica tra bordo e coperchio e lo “dimentico” fino a Natale. 

La “frutta in guazzo” è ottima sul gelato, sui dolci secchi ma molto buona anche da sola. Fidatevi!!!

lunedì 7 maggio 2012

"Troppe" albicocche....


Abbiamo un vecchio albero di albicocche che fa i frutti un anno sì e un anno no. Il 2012 è decisamente il suo anno sì! E sinceramente aveva anche un po' esagerato. Ha fatto talmente tante albicocche che difficilmente avrebbero potuto maturare tutte. Erano grappoli enormi che già adesso facevano pendere in giù i rametti per il peso della frutta (che è ancora piccola, più piccola di una noce).
Allora ho dovuto fare un'intervento piuttosto radicale: il diradamento.....


Il grappolo della foto qui sopra aveva ben 14 (!) albicocche su un ramettino di appena 20 cm. Ho preso tutto il mio coraggio .... e ne ho staccate 8.
Ecco il risultato:


Adesso le giovani albicocche hanno luce e spazio per ingrandirsi, e sicuramente maturano bene. 
Lo ammetto: Un po' mi piangeva il cuore quando ho eliminato così tanta frutta, ma so che era necessario per avere un buon prodotto. L'ho imparato aiutando Renato nel vigneto. Mi ha insegnato di staccare tutti i doppi tralci della vite, anche se c'è già il fiore. Alla fine raccoglieremo forse un po' meno uva. Ma quella che raccoglieremo sarà tanto più matura e farà il vino tanto più buono....^^